Jinjer sono una band che seguo da distante da parecchi anni. Dagli esordi autoprodotti sono riusciti a strappare un contratto con la grossa Napalm Records e via via a farsi largo nei festival internazionali, luogo dove la band ha la possibilità di farsi notare e conquistare nuovi fan.
Jinjer vengono dall'Ucraina, hanno una bella e talentuosa frontwoman e abilità tecniche piuttosto elevate. Il sound che sviluppano è un progressive metal con forti influenze groove metal, metalcore, numetal, death metal. All'interno dei brani si possono trovare anche break più stravaganti (ad esempio l'inserto reggae di "Pit of Consciousness") ma la potenza e l'intensità sono sempre in primo piano.
Come mai pur suonando un genere che negli anni ha generato mostri i Jinjer risultano interessanti? Merito dell'umiltà, del duro lavoro che c'è dietro ad ogni loro mossa e, strano a dirsi in questi contesti, anche all'ottimo gusto della proposta che è in grado di strabigliare i più giovani ma convincendo anche i più smaliziati.
"Macro" non è un capolavoro ma se volete scommettere su una band che avrà un bel futuro sicuramente loro sono un cavallo vincente.
[Dale P.]
Canzoni significative: The Prophecy, Judgement (& Punishment).
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