Jimmy Chamberlin ha finalmente realizzato il suo disco solista. Il timore era elevato. I batteristi, quando si dedicano ad un loro progetto, o si mettono a suonare la chitarra (o peggio cantare) realizzando mediocri dischi punk rock o rimangono sul loro strumento facendo vedere a tutto il mondo quanto sono bravi con inutili esercizi di stile e zero idee.
Jimmy Chamberlin, da vero fuori classe come è (quindi non appartenente a nessuna delle due categorie sopra elencate), ha realizzato un disco che ha due possibili chiavi di lettura. La prima è quella dell'appassionato dello strumento che sarà rapito dal modo di suonare dell'ex Smashing Pumpkins e si divertirà ad ascoltare citazioni, idee, esercizi e tecniche nell'arco di tutta la durata dell'album.
La seconda chiave è per tutti gli appassionati di rock. Il disco (infarcito qua e là da strumentali di stile jazzistico) è pieno di splendide canzoni. Avete capito bene. Alla voce troverete Rob Dickinson, dei sottovalutatissimi Catherine Wheel (e, vabbè ricordiamolo, cugino di Bruce Dickinson voce degli Iron Maiden). Splendida voce per brani di stampo rock (siamo sul genere QOTSA, se proprio dobbiamo trovare un paragone), quindi immediati e facilmente fruibili.
Un disco mai banale che vi rapirà per la gran classe e il buon gusto di ogni brano e ogni arrangiamento, notevolmente più ispirato di Zwan e ultimi Smashing Pumpkins.
Ah, per i fans, Billy Corgan canta in un brano dell'album. Ma, onestamente, all'interno del disco troverete musicisti ben più dotati (ascoltatevi il lavoro di basso e Fender Rhodes).
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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