Oasis, Linkin Park, Jane's Addiction hanno dimostrato ai fan che fondamentalmente le reunion sono fatte per soldi e per riassaporare quella sensazione di fama che nei momenti precedenti allo scioglimento si era persa per strada. Nulla di male, il musicista d'altra parte è un lavoro come un altro e quando bisogna pagare le bollette o i divorzi vale tutto, anche sporcarsi un po' le mani.
I Jesus Lizard invece si sono riuniti per il piacere di farlo. Nessuno gli ha offerto milioni di dollari, nessuno li reclamava a gran voce. E loro sono tornati. Un po' come è successo per le reunion degli Slowdive o degli Hum. L'ultimo loro disco uscito 26 anni fa era ancora su major, come era consuetudine negli anni 90 per la maggior parte delle band "alternative" che per qualche motivo erano legate ai Nirvana. Questo, invece, esce su Ipecac che negli anni scorsi ha pubblicato il disco dei Qui con David Yow e quello dei Tomahawk con Duane Denison, accompagnando la carriera dei superstiti.
Rack è un disco dei Jesus Lizard che suona come i Jesus Lizard. Nulla di più, nulla di meno. Non ha ovviamente l'impatto di Goat e Liar e neanche l'effetto sorpresa di Head. Ma è molto più a fuoco di Shot e Blue. Contiene 11 ottime canzoni che meritano di entrare nel catalogo della band senza sfigurare suonate con il consueto modo: riff taglienti e dissonanti su base ritmica rocciosa molto precisa. E ovviamente a fare da padrona è la solita grande voce di David Yow: spiritata, incazzosa ma allo stesso tempo capace di tirare fuori ottime linee melodiche.
Nello stesso anno abbiamo avuto un ottimo disco dei Jesus Lizard e un ottimo disco degli Shellac. I noise rockers attempati non possono lamentarsi.
[Dale P.]
Canzoni significative: Hide & Seek, Alexis Feels Sick.
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