Quando la patetica avventura degli Jesu giungera' al tanto atteso capolinea li ricorderemo per un Ep e un album di debutto meravigliosi e per un "Conqueror" buono per tre quarti. Forse ci terremo un paio di canzoncine sparse qua e la' (facciamo "Sunrise" e "Dead Eyes" e che non se ne parli piu'), dopodiche' basta. Perche' non ce ne facciamo assolutamente un bel niente di queste lagne appestanti, di queste cantilene mosce che provocano ascessi cutanei sul 90% del corpo. L'inutilita' degli Jesu supera con "Ascension" quel limite che con "Infinity" del 2009 supponevamo non sarebbe stato valicato. E invece e' un dramma essere smentiti in questo modo.
Sessantuno (61) minuti di dream-pop che di dream non ha niente, bensi' il vero protagonista e' il coma profondo che ci afferra la caviglia per tirarci giu'.
Non manca nulla del morboso trademark che il progetto e' andato delineando dal 2005 ad oggi: la chitarra ronzante alla maniera dello shoegaze tiene a bada le tiritere vocali di un Justin Broadrick assolutamente inadatto nel ruolo di presunto singer melodico, come predichiamo da un bel pezzo ormai. Stilisticamente immobili da almeno un lustro, gli Jesu non sono capaci di mettere nero su bianco una composizione che non esasperi l'ascoltatore.
I ritmi lenti e fluidi come l'olio fritto nello scarico del lavabo sono tutti uguali e applicati tali e quali ad ognuna delle dieci tracce di "Ascension". Si arriva a "Broken Home" e si e' gia' stremati, sembra sia passata un'intera era geologica da quando l'album e' cominciato, poi si da' una sbirciata alla tracklist e arriva puntuale il calo di pressione: siamo solo al quarto brano. Urge rifornimento di zucchero per tenere duro fino alla fine.
Eppure "Fools" promette bene col suo inizio folkeggiante e regge per l'intera durata col suo andamento ciclico, ma da "Birth Day" in poi non c'e' via di scampo, gli Jesu ci tramortiscono con questa musica orrenda e innocua allo stesso tempo. Si salva solo "Sedatives", ma perche' esce un po' fuori dal copione.
A meno che non siate dei masochisti patentati, state lontani anni luce da questa roba qui.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: Fools; Sedatives.
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