Tanti ascoltatori di "grunge" vorrebbero dai grandi vecchi (rimasti) dischi onesti che non strizzino l'occhio a influenze rock da stadio, punk di quart'ordine e pop becero. Purtroppo ci cadde il compianto Chris Cornell (mentre tutti avrebbero goduto ad ascoltare una svolta acustica di qualità) e ci cade Eddie Vedder, con musica a volte splendida ma molto più spesso banalmente zuccherosa. Eppure il grunge ha dimostrato di poter continuare a vivere tramite dischi "acustici": gli Unplugged (di Pearl Jam, Nirvana, Alice In Chains) sono lì a dimostrarlo, oppure dischi giganteschi come "No Code" e "Jar Of Flies".
Jerry Cantrell, aiutato da una backing band di qualità (Greg Puciato e Gil Sharone dei Dillinger Escape Plan, Duff McKagan e altri ottimi musicisti), dimostra che il grunge può essere un genere classic rock pur non perdendo quella malinconia devastante che lo rappresenta. Cosa distingue "Brighten" da un "normale" disco degli ultimi Alice In Chains? Jerry non è obbligato a suonare come la sua band principale e può esplorare sonorità meno "metallare" (vedi il palese tributo ai Creedence di "Dismembered") con arrangiamenti più ricchi (pianoforte e una bella messa di strumenti acustici). E' questa la sostanziale differenza con Boggy Depot e Degradation Trip che, nati quando gli Alice in Chains erano in pausa, non suonavano tanto diversi dalla band madre.
Personalmente gradisco di più Jerry libero di spaziare e dimostrare il proprio talento a 360 gradi più che bloccato nel cosplay degli Alice In Chains (per quanto valido). 9 bellissime canzoni, tra cui la finale "Goodbye" cover di Elton John: 40 minuti di ottimo rock che faranno la gioia sia dei grunger che degli appassionati di musica ancora più datata.
[Dale P.]
Canzoni significative: Siren Song, Brighten.
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