Il Panopticon e' un carcere ideato nel 1700 per controllare i carcerati senza essere visti e garantire quindi l'ordine. Un po' come le telecamere nei vicoli del centro storico di Genova (che poi penso siano un po' ovunque, ma venite qua e vedrete che bello!).
Gli Isis a partire dal titolo voglio trasmettere disagio e rabbia. E cosi' sara' per tutta la durata dell'album.
Il successore di "Oceanic" riesce a distogliere l'ascoltatore dalle precedente accuse di "Neurosismo", ovvero dipendenza pressoche' totale dalla band di Steve Von Till.
"Panopticon" non solo distrugge il confronto con la band maestra ma fa lo stesso con praticamente tutto quello che e' uscito in questo 2004, ponendosi parimerito con i dischi di Mastodon, Dillinger Escape Plan e poco altro.
Ma cosa succede dentro "Panopticon"? Prendete "A Sun That Never Sets" dei Neurosis e mixatelo con "Lateralus" dei Tool e l'emotivita' apocalittica dei Dredg di "El Cielo" e "Leitmotif", ovviamente rivedete il tutto con la sensibilita' della band di Aaron Turner. Vi accorgerete quindi da soli di avere tra le mani un disco immenso; spaventoso per le sensazioni che riesce ad evocare.
Certamente non un disco adatto a tutti ma i nomi citati sopra faranno venire l'acquolina in bocca ad un bel po' di persone.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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