Portare avanti un genere è per molte band una missione; spostare in avanti il confine come in una continua guerra di espansione per scoprire nuovi suoni e nuove contaminazioni.
Avviene in molti generi e spesso succede che nella continua espansione ci si ritrovi in tanti a conquistare lo stesso terreno. Splendidamente, in questi casi non si viene alle armi ma a uno scambio della propria conoscenza per una convivenza pacifica in grado di far crescere entrambe le parti.
In questa "guerra" succede che una band si innamori perdutamente dell'altra razza e abbandoni le proprie origini.
E' quello che succede nel post-Panopticon per gli Isis. Ormai totalmente innamorati del suono Mogwai e Godspeed You Black Emperor da trasformarli quasi in loro cloni. E pensare che proprio con Panopticon esultavamo per aver trovato la band di Aaron Turner finalmente libera dalle ingombranti influenze Neurosis.
Proprio quando finalmente si era creato un suono "alla Isis" essi stessi lo distruggono.
"In The Absence Of Truth" è un disco che forse sarà in grado di conquistare nuovi seguaci al di fuori del metal. Seguaci innamorati degli arpeggini dei Mogwai, dei crescendo dei Godspeed You Black Emperor, della vena progressive dei Tool.
A cui diciamo: meglio gli originali.
Purtroppo gli Isis, invece di portare avanti la loro missione, si sono adagiati su clichè di dieci anni fa generando un normalissimo disco di post-rock. Bello da ascoltare (questo è innegabile) ma come tanti altri.
Ci auguriamo quindi che dopo questa pausa ristoratrice Aaron Turner e soci si rimettano in marcia. Aggiungendo nuova linfa al loro sound, come fecero anni fa quando le critiche li accusarono di essere la copia carbone di Godflesh prima e di Neurosis poi.
[Dale P.]
Canzoni significative: Dulcinea, Wrists Of Kings, Garden Of Light.
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