C'è una categoria di band che si trova più a suo agio nel realizzare EP. O, più probabilmente, il tipo di musica suonato consente all'ascoltatore una soglia minima di attenzione.
Ciò spiegherebbe come mai "Void" suoni nell'insieme un filino peggio dell'EP d'esordio "Null". La pesantezza del prodotto è infatti uno scoglio difficilmente sormontabile per i più. E già non possiamo dire di essere in tanti ad aver ascoltato il primo EP.
Intronaut è una stranissima entità composta da membri di Uphil Battle, Exhumed, Impaled e Anubis Rising. Il loro insieme porta la band a suonare come uno stranissimo mix di death/fusion/sludge in cui si mescola la potenza dei Mastodon con il martellamento dei Meshuggah, i break fusion di Cynic/Sadist/Sadus (opera del funambolico e preparatissimo bassista Joe Lester) e la psichedelia di certo postcore (Pelican, Isis).
Una fusione stimolante e non facile, che potrebbe essere una nuova pietra miliare di riferimento oppure una strada impossibile da battere per tutti gli altri. Da un punto di vista "critico" l'esperimento sarebbe da promuovere a pieni voti se non fosse per alcuni giri a vuoto di troppo. La band, infatti, straripa in alcune lungaggini che minano l'ascolto, altrimenti stimolante.
Nell'insieme possiamo considerare gli Intronaut come una band sulla quale scommettere in futuro, a cui manca però quella malizia che solo l'esperienza può dare. Certo che se lavorassero di cesello alla ricerca della perfezione diventerebbero la band definitiva. Forse per questo adesso andiamo cauti: certamente ci sarà un momento in cui il mondo sarà ai loro piedi!
[Dale P.]
Canzoni significative: Nostalgic Echo, Fault Lines, Teledildonics.
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