Ve lo ricordate "The Painter's Palette" degli Ephel Duath? Un disco epocale che mise insieme tecnicismi jazz e metal estremo? Certo non è stato il primo esempio del genere ma questo "Alphaville" me lo ha ricordato per il suo approccio delirante e apparentemente sconnesso.
La batteria che con tocco jazzato devasta i timpani dell'ascoltatore, il basso che si prende la libertà di andare per i cavoli suoi, la chitarra persa in dissonanze, strutture intricate: un paradiso per alcuni, l'inferno per altri.
"Alphaville" è il metal estremo che va a farsi un giro nei club jazz, si ubriaca, entra in un club underground, si droga pesantemente, va in uno squat, si cala un acido e poi va a vomitare in sala prove. Non ci avete capito niente? Partiamo dal fondo: le bonus track sono la cover di "Experiment" dei Voivod e "Happy Home" dei Residents. Praticamente un gioco a carte scoperte.
Cervellotico? Pretenzioso? Esagerato? Dissonante? Certo. "Ma ha anche dei difetti": no.
Ah, alla produzione troviamo Colin Marston (Dysrhytmia, Krallice) e Trey Spruance (Mr Bungle). Ospite in due brani c'è Tomas Haake dei Meshuggah.
[Dale P.]
Canzoni significative: Transmission to Mercury, Excelsior.
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