In questi ultimi anni nel circuito underground c'è stato un ritorno senza vergogna alle sonorità più "true metal" come risposta alle sporcizie sludge che hanno dominato il decennio passato. Senza scomodare la New Wave Of Traditional Heavy Metal (che in molti casi mi sembrano semplicemente dei cosplayer) o il neo-thrash è facile trovare riff e immaginario nelle più improbabili produzioni. Una di queste è il sesto album degli Hooded Menace che si smarca dalle cupezze dei precedenti lavori fin dalla splendida copertina ad opera di Wes Benscoter.
In "The Tritonus Bell" i finlandesi prendono i primi Cathedral, li immergono in un calderone putrescente con Paradise Lost e Winter, gli buttano una bella spruzzata di Candlemass e guarniscono il tutto con delle splendide variazioni sul tema di scuola King Diamond / Mercyful Fate. Il risultato è l'album più "orecchiabile" e "dinamico" del quartetto. A concludere inseriscono pure una cover degli WASP ("The Torture Never Stops"). Funziona? Brillantemente. La band è libera di muoversi in un ambiente più spazioso, le idee aumentano e a beneficiarne sono le canzoni.
Un disco sorprendente, capace di prendere il passato e riplasmarlo con gusto e competenza.
[Dale P.]
Canzoni significative: Blood Ornaments, Those Who Absorb The Night.
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