Nel mare magnum del post-punk attuale troviamo di tutto: cantanti pop malinconici, rock stradaiolo, death rock e ogni possibile trend marchiato 1983 ma rivisitato nel 2019/20. Alcuni critici ci infilano anche gli Hissing Tiles, terzetto di Cincinnati che arrivano con "Boychoir" al secondo album ma che in realtà non ha molto a che fare con il genere. Chitarre preparate, batteria con piatti rotti, elettronica rumorosa, oggetti usati come percussioni, voce inafferrabile: Hissing Titles sono decisamente una band noise rock. Certo, hanno una patina oscura e anche un qualcosa di punk ma se ascolterete l'album vi renderete conto quanto è decisamente difficile incasellare questa sequenza di canzoni. Non è materiale che sembra provenire da Amphetamine Reptile, nè da Skin Graft, nè da Touch & Go. E neanche da Rough Trade. "Boychoir" mette sotto il suo ombrello tutto questo e molto di più, in un disco che conquista pian piano per bellezza delle composizioni, del timbro e delle idee.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
|