Quando uscì "Meantime" i duri e puri del noise gridarono allo scandalo: la band si era svenduta alla major e per di più aveva prodotto un disco "orecchiabile". Gli stessi duri e puri anni dopo ammetteranno che "dopo tutto Meantime è figo". C'è da dire che contestualizzandolo non avevano tutti i torti. Il precedente "Strap It On" era una mazzata protosludge-hardcore-noise devastante con dei brani che faranno la storia ("Sinatra" su tutti) mantenendo però un carattere fortemente underground. Era come una jam fra Swans e Melvins.
"Meantime" invece si pone come risposta al suono grunge dell'epoca, smorzando le asperità dell'esordio e calcando la mano sui ritornelli e, soprattutto, sul groove. Un groove dettato dai riff geometrici di Page Hamilton (chitarrista con una discreta preparazione alle spalle e allievo di Glenn Branca) che si combinano con la batteria secca di John Stainer (tuttora in attività nei Battles). Un groove che per molti è il genitore del nu-metal, quasi fosse un peccato mortale. A distanza di 30 anni dall'uscita (23 giugno 1992) si può dire che "Meantime" non ha solo influenzato il numetal ma tutto l'alternative degli anni 90, sia metal che noise. Senza questo disco non esisterebbero i Korn e i Limp Bizkit ma anche tanta musica che usciva in quegli anni (Therapy?, Quicksand, Snapcase ma anche un brano come "Go" dei Pearl Jam non è chiaramente ispirato dagli Helmet?). Se gli anni 90 hanno avuto groove è anche merito di questo lavoro. E se oggi band come i Turnstile hanno successo è anche grazie a ciò che prendono da questo disco.
Purtroppo per la Interscope non sono diventati i nuovi Nirvana e, anzi, i dischi successivi hanno avuto un tracollo qualitativo esponenziale (Betty buono, Aftertaste un po' meno, poi il nulla o poco più) ma ci rimane un disco che andrebbe insegnato a scuola, soprattutto i singoli "In The Meantime", "Give It" e "Unsung". E se dopo 30 anni questo disco suona sempre meglio un motivo ci sarà.
[Dale P.]
Canzoni significative: Unsung, Give It.
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