Ho approcciato piuttosto tiepidamente il terzo lavoro degli svedesi Hallas, probabilmente per una sorta di paura di rimanere deluso: "Excerpts From A Future Past" e "Conundrum" sono ormai tra i miei dischi del cuore e girano nello stereo ancora con frequenza. In più volevo capire se il mio amore per la band fosse un semplice abbaglio dettato da una formula desueta e a suo modo buffa oppure se c'era di più. Due dischi belli possono venire anche a caso, sebbene non a tutti, ma la prova del nove è indubbiamente il terzo lavoro dove tante band si scontrano con una formula che non ha più molto da dire o un'ispirazione che non vuole arrivare.
Gli Hällas, pur con un approccio che sembra attaccato con lo sputo, mostrano con "Isle of Wisdom" che sono un gruppo di rocker veramente competenti, con un gusto melodico fuori dal comune e con la capacità di attualizzare un sound desueto come quello di Uriah Heep e Wishbone Ash. E' come se i cinque avessero trovato una nuova strada al retro rock di Graveyard e Witchcraft, meno macho e più nerd ma proprio per questo più genuina e meno stereotipata.
Rispetto ai due dischi la formula non è cambiata molto: c'è giusto un uso più frequente dei synth e le canzoni sono leggermente meno immediate ma proprio per questo è molto probabile che il disco abbia una longevità ancora maggiore dei due precedenti.
Un lavoro che consiglierei a tutti i rocker se non avessi la certezza che suonano troppo strampalati per gli appassionati.
Per quanto mi riguarda terzo album e terzo centro.
[Dale P.]
Canzoni significative: The Inner Chamber, Elusion's Gate.
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