C'è stato un periodo, tanti anni fa, che nel circuito stoner rock non si ascoltava altro che i Graveyard. Merito di "Hisingen Blues", uno dei dischi perfetti che purtroppo non sono mai più riusciti a replicare. Ci provarono l'anno dopo con "Lights Out" e nel 2015 con "Innocence & Decadence". Purtroppo la magia era finita e sebbene la formula fosse sempre la stessa c'era qualcosa che non quadrava. Ovviamente ci furono dei rimpasti in formazione e un po' di follia sparsa (scioglimenti e ricongiungimenti) ma i Graveyard si rivelarono una gran delusione. Il circuito stoner ormai è ormai sparito ma sono convinto che in molte playlist compaia ancora qualche brano tratto da "Hisingen Blues".
Cinque anni dopo "Peace" di cui penso non si ricordino manco loro arriva "6" sempre su Nuclear Blast e sempre supportato da Universal come i precedenti. Secondo me l'errore, a questo punto, è quello di continuare a proporli a metallari e hard rockers quando più di metà disco è composto da ballad settantiane. Ballad di assoluta qualità, ci mancherebbe. La voce Joakim Nilsson è sempre splendida, una delle più belle attualmente in circolazione. Ma sentirlo così ricorda il Chris Cornell perso nelle canzoni prodotte da Timbaland. C'è tanto soul in queste ballate, come già c'era nelle due o tre presenti in "Hisingen Blues".
Onestamente però avete voglia di ascoltarle? O preferite mettervi in playlist i due pezzi hard rock ("Twice", "Just A Drop") e chiudere lì la storia? "6" è da regalare allo zio hard rocker tardo cinquantenne. 9 pezzi 7 lentoni. Che peccato.
Prossimo disco andate su Thrill Jockey e alle ballad aggiungete un po' di psichedelia. E magari trovate un nome più gentile. I Graveyard che facevano scapocciare ce li possiamo dimenticare.
[Dale P.]
Canzoni significative: Twice, Just A Drop.
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