Ultimamente mi sono chiesto come mai c'è questa rivalutazione dei Blur. Da gruppetto brit-pop, da scimmiottamento degli Stone Roses, a brutta copia dei Beatles sono diventati i re dell'indie rock in America e del pop in Inghilterra. Lanciando la figura di Damon Albarn come quella di un genio multiforme. La coppia Albarn-Coxon, poi, ricorda quella più celebre Morrisey-Marr. Ma, alla fine, in tutte le chiacchiere c'è un po' di verità. Ed è quindi vero che i nostri, nel corso degli anni, abbiano fatto un'evoluzione incredibile. Dal pop infantile di Parklife sono arrivati alla psichedelia dell'ultimo 13 passando per il rock (indie rock per gli americani) di quel capolavoro che è Blur. E cosa c'entra tutto questo con i Gorillaz?? Tutto e niente. Tutto perchè il titolare di questo progetto è Damon assieme a Dan The Automator. Niente perchè qui dei Blur sentirete solo la voce. Il disco è principalmente sperimentale. Troverete cose hip-hop, cose rock, cose pop, cose elettroniche e pure punk. Questo mi fa pensare che, stranamente, al disco solista dell'alter ego di Damon (il sovracitato Coxon) non è stato dato sufficientemente risalto come è, invece, accaduto con questi Gorillaz. Bravi quanto vuoi ma, alla fine, solo per fan malati di Damon e dei Blur. Un disco gradevole ma ingiustificato per coloro che non hanno mai amato i Blur.
Farò così felice il mio amico Tubetto che vuole mantenere un alone elitario a questo side-project. E ne ha tutte le ragioni. Ah, ovviamente lo ringrazio per avermelo prestato a tempo record e di averlo acquistato ancor più velocemente!
[Dale P.]
Canzoni significative: Clint Eastwood.
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