Mike Patton, lo sappiamo tutti, è in grado, solo con il suo nome, di portare metallari duri e puri ad ascoltare punk, indie rocker a fare headbanging su dischi folli, jazzisti a studiare ogni nota uscita dalla sua voce.
Questa collaborazione era già stata annunciata nel periodo di nascita della Ipecac ed è sempre stato il progetto meno interessante e chiacchierato per tutti i fan (che, per esempio sbavano da anni per Peeping Tom, il progetto pop, e il disco di cover di Mina e Celentano con i Brutopop).
Passerà quindi prevalentemente sotto silenzio questo disco, un po' come la collaborazione con Kaada di qualche mese fa, ed è un po' un peccato. L'amore per il funk, il buon Michele, non l'ha mai nascosto sin dalla sua adolescenza musicale con i Faith No More e questo disco fatto di scratch, campionamenti e canzoni è forse la cosa più bella e originale che abbia mai fatto.
Si può riassumere brevemente il disco dicendo che sembrano i Fantomas remixati da dei dj notevolmente più pazzi di Patton. Si può anche dire che il tutto suona come un frullatore impazzito in cui si suona il jazz, il country, l'hip-hop, il rock e il pop cucendo tutto con scratch e suoni proveniente da ogni dove.
L'impressione che si ha ascoltando i brani singolarmente è di estrema confusione e mancanza di un filo logico. Ascoltando il disco tutto di fila ci si accorge di avere di fronte un'opera monumentale che vi prenderà e vi lascerà con la mascella spalancata per una settimana almeno dopo il primo ascolto.
Il bello di questo disco è che lo potete vedere sotto milioni di punti di vista: un gigantesco disco di scratch, un delirio sonoro che assomiglia spesso ad una radio impazzita o la versione moderna dei Naked City.
A questo punto avete un sacco di spunti per capire se questo disco potrà piacervi o meno... a voi la scelta...
[Dale P.]
Canzoni significative: Get Up Punk, Fire In The Hole, Dragon Seek Path.
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