Una delle band più sottovalutate degli anni 90 sono senza ombra di dubbio gli Screaming Trees. Benchè potevano vantare un asso pigliatutto come Mark Lanegan, il tenebroso cantante non ha mai pubblicizzato la sua precedente carriera. Tra i vari motivi c'è la scarsa libertà artistica che aveva nella band dei fratelli Conner: praticamente limitato a "voce" senza possibilità di esprimersi come voleva. Dopo lo scioglimento, avvenuto nel 2000, Mark è diventato uno dei cantanti più conosciuti e apprezzati del circuito rock, non solo alternativo, il bassista Van Conner ha pubblicato tre dischi definibili "stoner rock" con i Valis mentre il chitarrista e principale songwriter Gary Lee Conner ha portato avanti il sound hard psichedelico della band a nome Microdot Gnome e come solista. "Unicorn Curry" è il suo secondo disco vero e proprio ma esistono anche parecchi demo circolati negli anni e raccolti in formato digitale.
Chi conosce gli Screming Trees non avrà problemi ad ambientarsi nel disco: pur suonando tutto da solo il marchio è decisamente riconoscibile, tanto che viene naturale immaginarsi le canzoni con il trattamento della band e la voce di Lanegan. Al di là del carattere artigianale della proposta (Gary Lee suona chitarra, basso, batteria, voce, organo e registra in casa) "Unicorn Curry" è un'ottimo lavoro, consigliato sia agli amanti di sonorità retro-vintage che ai fan degli Screaming Trees. Gary Lee meriterebbe un posto di primo piano fra i songwriter americani, sarebbe bello che le sue canzoni fossero interpretate da qualche "big": hanno l'eleganza dei classici, l'energia del rock e la poesia del pop più raffinato. Chissà se un giorno accadrà. Intanto godiamoci le sue canzoni in versione "pura".
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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