Passo dopo passo, i Gaerea stanno convincendo i black metallari di tutto il mondo, me compreso. Arrivati al terzo disco, riescono a plasmare la loro formula di black metal all'interno del formato canzone e ne esce un grande lavoro.
L'intro post rock di "Memoir" è spezzata da una delle entrate più esplosive che mi sia capitata di sentire, anche a livello di produzione sonora e inizia così un lungo saliscendi emotivo in cui i portoghesi ci fanno da guida.
Quando il blast beat parte, il muro sonoro è impressionante grazie ad una sezione ritmica devastante per velocità e potenza; la voce riesce a dominare la scena anche nei momenti più caotici e rende ancora più potente l'impatto generale; quando gli accordi si dilatano e cala la calma sembra di essere in cima ad una collina ad osservare uno tsunami in arrivo in lontanza. Insomma, si rimane comunque con il fiato sospeso.
Ai "soliti" intrecci di accordi tritati dissonanti e arpeggi veloci, si aggiungono riff psicotici alla Wiegedood come quello piazzato in apertura di "Salve" o momenti più marziali come la prima parte di "Deluge" che esplode in un riff lancinante.
La musica dei Gaerea è solenne e transcendente allo stesso tempo e non è un ascolto facile. Non ci troverete le melodie dei MGLA o degli Uada benchè una certa atmosfera nichilista possa anche rimandare a queste band (il brano "Ebb" ha un parte centrale che non mi stupirei di trovare in un disco dei polacchi), ma troverete tanta visione personale in tema di black metal perchè malgrado ci si sforzi con i paragoni, nessuna band suona come i Gaerea.
I cinque vi prenderanno per mano, vi sbatteranno da una parte all'altra, vi immergeranno in un vortice sonoro di cui non sempre riuscirete a prevedere la direzione perchè i brani prenderanno una tangente inaspettata ed è questa la loro forza.
La produzione dell'opera è cesellata con una finezza che ci permette di godere dei momenti quieti e delle parti più violente in egual misura; non sono un grande fan delle produzioni cristalline, ma per una proposta articolata e complessa come la loro diventa necessaria e ascoltando "Mirage" sembra di essere seduti dietro alla plancia del mixer di studio.
"Mirage" è il classico disco che riascoltato a distanza, tra uno-due anni, ci farà dire: "cazzo, questo era veramente bello".
[Francesco Traverso]
Canzoni significative: Memoir, Salve, Deluge, Mirage.
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