Quando una donna racconta qualcosa di atroce è tremendamente più impressionante di quando lo fa un uomo. Ecco perchè spesso si tende a minimizzarne la portata o addirittura ad ignorarne le parole. Succede che una giovane donna venga violentata a 19 anni e solo a 36 trovi la forza di parlarne. E quello che ha da dire non è certo una chiacchierata rilassante fra amici.
"This Shame Should Not Be Mine" (questa vergogna non dovrebbe essere mia) è un avvertimento già dal titolo. La copertina mostra Milena Eva in versione guerriera con una corazza simbolicamente rappresentante la sua forza conquistata. E' una guerriera orgogliosa e severa che preferirei avere dalla mia parte che trovarmici contro.
Il quinto disco dei Gold (il primo come GGGOLDDD) è nato durante pandemia come la maggior parte dei dischi che ci troviamo ad ascoltare in questo periodo ed è stato presentato dal vivo durante la versione "Redux" del Roadburn 2021 (esibizione bonus che trovate nell'edizione doppia). Al di là dei testi (disturbanti e potenti) la musica proposta è un bel passo avanti per la band olandese. Immaginatevi una sorta di incrocio fra gli ultimi Portishead (quelli krauti di Third) e i Neurosis: voce angelica in primissimo piano e una musica che spazia tra arrangiamenti elettronici e sfumature black metal mantenendo un'armonia che non sfocia mai nel testosteronico (e ci mancherebbe contando le tematiche) ma neanche nell'abisso nero della disperazione. Eva ci accompagna in questo viaggio con fermezza, sicurezza e maturità mostrandosi realmente come la guerriera in foto.
Consiglio di approcciare il disco con la dovuta calma e attenzione: scoprirete una band che in passato ha fatto degli ottimi lavori ma che qui ha trovato la dimensione perfetta.
[Dale P.]
Canzoni significative: Spring, Invisible.
|