In questi ultimi tempi capita spesso che un disco attiri parole, critiche, ascolti e giudizi a poche ore dalla sua uscita, come se il mondo "social" fosse una commissione della maturità pronta ad analizzare ogni singola parola e gesto. E' un esercizio piuttosto sterile che viene mosso da ipotetici hype e bisogno di mostrare di essere sul pezzo. Uno dei dischi più criticati a neanche 24 ore dalla sua uscita è stato "Promises", sorprendente collaborazione fra l'elettronico Floating Points e la divinità del jazz Pharoah Sanders. Con in più la London Symphony Orchestra.
Capolavoro, palla mortale, il miglior disco in cui hanno suonato, han fatto di meglio, non è male ma neanche sta gran cosa. Tutto legittimo ma siamo sicuri che si ascoltino così i dischi? Sinceramente ho fatto passare qualche giorno, ho cercato su youtube il "full album" (caricato dalla label) e gli ho dato un ascolto. Poi un altro e un altro. Poi sono passati giorni dove ho ascoltato altro. L'ho rimesso. Dopo un mese l'ho comprato (in CD). Da quando è uscito sono passati alcuni mesi e il disco l'ho ascoltato decine di volte, poche con grande concentrazione. E' passato per lo più in sottofondo e pian pianino mi è entrato sotto pelle. L'ho imparato a memoria in modo subliminale. Posso dire che mi piace? Posso dire che non mi interessa se i nostri hanno fatto di meglio in passato? Posso dire che un disco definibile "ambient" non è fatto per essere giudicato al volo? Posso dire che star qui a fare le pulci a Floating Points o a Pharoah Sanders è un esercizio veramente sterile? Posso dire che la bellezza qui contenuta è tra i silenzi? Che c'è qualcosa di poetico in tutto ciò, sebbene possa facilmente sfuggire?
Ma, perchè tutte queste domande? Compratelo, chiudete gli occhi e regalatevi 45 minuti di sospensione del tempo.
[Dale P.]
Canzoni significative: Last Night, Mohabbat.
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