Per fortuna nel post metal non c'è solo gente che vuole mostrare i muscoli e fare gara a chi ha il suono più grosso e il riff più simile agli Isis di Panopticon. Gli inglesi Five The Hierophant, per esempio, propongono una versione più "artistica" del genere senza però suonare stucchevole e pretenziosa mantenendo saldi i principi del genere fatti di riff mammuth e tempi dilatatissimi ma cercando di trovare una propria strada. Esattamente come facevano gli italiani Mope anni fa mettono in primo piano il suono del sassofono, smarcandosi dal suono noir di questi ultimi e flirtando maggiormente con le soluzioni droniche e "free". La lentezza e la pesantezza è grossomodo la stessa.
Five The Hierophant giocano su uno sviluppo psichedelico progressivo con brani mediamente lunghi (ma non lunghissimi) in cui i pattern si aggiungono via via che i neuroni vengono accesi senza suonare eccessivamente cervellotici ed evitando le costruzioni ritmiche ardite che minerebbero lo sviluppo. Quando arriva il riff pesante non è mai volgarmente spacca ossa ma ricorda più le soluzioni ariose dei Pelican che quelle dei Cult Of Luna. "Apeiron" è un bel lavoro che potrebbe stupire nel caso non conosciate i lavori precedenti della band, invece chi ha già amato ottimi lavori come "Through Aureate Void", " Over Phlegethon" e il primo omonimo si troverà a proprio agio. Un gradito ritorno e sempre un bel sentire.
[Dale P.]
Canzoni significative: Urobos, Initatory Sickness.
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