Dopo decine di date in tutta Italia, un brillante EP di esordio è finalmente l'ora del full lenght. Aggiungerei finalmente dato che assieme alle Love In Elevator, i Fiub sono senza dubbio la band più interessante del roster Jestrai.
Innanzitutto la formazione: Gabriele Ferreri, chitarra e voce, e Pierangelo Mecca, batteria. Più vari ospiti sparsi qua e là e alcuni synth a riempire il sound.
Un sound debitore dello stoner e del rock'n'roll. Come far jammare Kyuss e Danko Jones, ma con una vocalità duttile capace di citare sia i Rolling Stones che Jeff Buckley e i Led Zeppelin. Pochi fronzoli: volume a 10, si attacca il jack e si parte con brani semplici ma irresistibli e non banali.
Ovviamente la band suona compatta e vorticosa nel suo coprire i buchi in ogni modo possibile (bravissimo in questo il lavoro del batterista: mantenersi sia semplice che potente pur dovendo restituire un sound pieno). Certo non tutti i brani colpiscono al segno ma quando lo fanno sembra di aver di fronte ad una band in grado di rivaleggiare con le produzioni internazionali, anche "mainstream".
Splendido il brano finale, "Clocks", in cui magicamente compaiono odori Blonde Redhead/Sonic Youth/Cat Power, evidente tributo al background indie maggiormente palesato nell'EP di esordio.
Una band da tenere sott'occhio: da coltivare e veder crescere.
[Dale P.]
Canzoni significative: Slowly Wind, Clocks.
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