Arriva in sordina il secondo capitolo degli Evens, duo formato da Ian MacKaye e Amy Farina. La band non cambia la matrice musicale rispetto all'esordio dello scorso anno rimanendo su una sorta di folk sbilenco suonato con piglio hardcore.
Rispetto al precedente viene però meno la componente "sorpresa" lasciando all'ascoltatore il tempo di concentrarsi su songwriting e liriche.
Viene spontaneo paragonare gli Evens alle vecchie esperienze del duo, ed è facile trovare rimandi ai Fugazi (ascoltate "Cache Is Empty" e ditemi cosa vi viene in mente!) così come ai Warmers. Sorprendono invece i rimandi al rock e al folk, quasi a voler perpetuare una tradizione destinata all'oblio. Non sorprende, per esempio, il tributo-cameo agli Who su "You Fell Down" a rimarcare che il background di Ian non è solo hardcore.
Le liriche sono come sempre intellingenti ed attuali, spesso veri e propri sfoghi contro Bush.
Per quanto riguarda il songwriting ritroviamo il consueto taglio intimista nella voce di Ian (gemella di Anthony Kiedis) ad accompagnare l'urlato che amiamo dai tempi dei Minor Threat. Il microfono è però lasciato anche a Amy, alla voce solista e ancora più spesso ai cori. Ian dal canto suo si rivela un grande martoriatore di chitarre (qui baritona), ogni plettrata sputa sangue e sudore, suonata con l'impeto dell'ultima della vita. Non delude neanche il drumming di Amy, come al solito frizzante, fantasioso, dinamico e mai banale.
Certamente non siamo ai livello dell'ingombrante passato ma i The Evens non si pongono neanche il problema. La loro è urgenza comunicativa e fin quando avranno qualcosa da dire staremo ad ascoltarli.
[Dale P.]
Canzoni significative: Cache Is Empty, Everybody Knows.
|