Quando si viene su a pane e Coalesce e' difficile non fracassare costole. A meno che, a meta' della crescita, non si diventi delle mezze seghe. Gli Engineer, che non sono pippe scariche, partono dai caustici paradigmi di Sean Ingram e compagni, ovvero da riff spigolosi che si incastrano su apparati ritmici convulsi ("Bruised Blue Collar"), ma elaborano un discorso per niente derivativo. Anche la voce nevrastenica di Bobby Gorham riprende un po' del malessere viscerale del leader dei Coalesce, ma e' una parentela alla lontana.
Dopo due dischi innegabilmente ben fatti, la band di Syracuse trova finalmente la sua peculiare conformazione. Piace il modo in cui gli Engineer trattano la materia senza farsi risucchiare dai cliche', sferzando con quel basso sferragliante e dando una fisionomia melodica alle canzoni, per lo meno sotto un profilo strumentale.
Attaccano a volto scoperto con "The Idiot's Theme", sferrano poi un'altra coltellata alla gola con "Shape Shifting", ma "Crooked Voices" e' un album dolente, spesso attraversato da toni drammatici e opprimenti: "Scavenger" e "Kid Killer" ne sono un esempio ed e' solo grazie a un'esplosione di nervi che "Vicious Voice" non fa loro compagnia. La tensione rimane costante per tutto il tragitto e non si allevia neanche con l'autunno gelido di "Prepare For The Worst", che fa la sfumatura alla rabbia che infesta una prova piu' che convincente.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: The Idiot's Theme, Shape Shifting, Vicious Voice, Scavenger.
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