Una dozzina di anni fa si affacciò sulla scena stoner doom una band capace di mescolare sapientemente psichedelia e progressive con riff heavy: Elder, da Boston. Il primo omonimo e, soprattutto, il secondo "Dead Roots Stirring" entrarono in heavy rotation negli stereo degli appassionati e nelle classifiche di fine anno dei magazine specializzati. Dopo il terzo disco "Lore" alzarono l'asticella progressive e abbracciarono un sound che in più punti ricordava i Motorpsycho, testimoniato dal passaggio alla Stickman Records, etichetta tedesca nota proprio per ospitare i folli norvegesi.
"Omens" è l'ennesima svolta verso un terreno ancora più sperimentale. La novità più evidente sono le tastiere di Fabio Cuomo (Eremite, Mope) che donano un sapore vintage e spaziale che ben si sposa ai riff di Disalvo. Riff ormai dal sapore rock e ben poco hard & heavy, con una chitarra che spesso si lancia in divagazioni acide dal gusto post-rock.
Sebbene non si possa definire un capolavoro (pecca un po' di prolissità e le linee vocali non sempre sono a fuoco), "Omens" è un disco non facile e proprio per questo stimolante, ricco di idee e capace di massaggiare i neuroni al punto giusto. Se avrete pazienza saprà donare parecchie soddisfazioni.
[Dale P.]
Canzoni significative: Halcyon, Embers.
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