Ryan Frederiksen era il chitarrista dei leggendari These Arms Are Snakes, band che vedeva tra le sue fila anche membri dei Botch. Poi lo troviamo nei Narrows, titolari di un paio di ottimi dischi pubblicati da Deathwish. Il suo nuovo progetto si chiama Dust Moth e lo affiancano musicisti del giro post-hardcore di Seattle, tra cui la cantante Irene Barber dei Eighteen Individual Eyes che probabilmente avete ascoltato in un disco dei Minus The Bear. Ok, ora che abbiamo citato tutti i nomi della scena, e fatto cadere qualche lacrimuccia, vi aspetterete un album heavy frastagliato. E invece Ryan ci propone 8 brani (per circa 40 minuti) di sognante dream-pop con qualche parte vagamente heavy.
L'iniziale "Annular Eclipse" parte come un disco degli Isis (il suono di Matt Bayles è riconoscibilissimo) ma poi devia su atmosfere più "romantiche", a cavallo fra shoegaze, dream pop e post rock. La successiva "Everything Anew" suona più aggressiva ma allo stesso tempo non teme di mostrare suoni sintetici psichedelici. "How To Sleep" è decisamente rilassata e può ricordare certe atmosfere oniriche care ai Deftones. La band di Chino Moreno è una delle influenze sotterranee dei Dust Moth (palesate anche nella enfatica "Flinching") che sebbene non aspirino ad una carriera di successo come quella della band di Sacramento non rinunciano a curare sia il songwriting che la produzione (London Bridge Studio e Studio Litho vi dicono qualcosa?) .
"Rising // Sailing" è un piccolo gioiellino che saprà conquistare i cuori dei post-rockers più romantici.
[Dale P.]
Canzoni significative: Annular Eclipse, Everything Anew.
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