Drug Church hanno deciso di non salire sul carro dei Turnstile, preferiscono andare avanti a testa bassa mantenendo saldo il contatto con la realtà da cui provengono. Poi magari per il prossimo disco firmeranno per una major e saranno prodotti da qualche produttore di grido ma il quartetto di Albany attualmente è scettico a cosa porterà l'apertura della porta post-Glow On e preferiscono fare un passo alla volta. Perchè questa premessa? Perchè Drug Church hanno tutte le carte in regola per essere uno dei gruppi preferiti della nuova generazione di adolescenti amanti delle chitarre: hanno il grunge, hanno le melodie, hanno dei testi intelligenti e soprattutto hanno tiro.
"Hygiene" non smuove troppo le carte del precedente, ottimo, "Cheer" che era formato da un mix perfetto di noise rock, alternative, post-hardcore e emo che può conquistare sia i fan dell'orgcore che quelli che preferiscono i Pixies (l'iniziale "Fun's Over" è un evidente tributo) ma soprattutto quelli che l'anno scorso si sono spaccati le orecchie con Turnstile e Quicksand. Aggiungeteli alle vostre playlist e lasciateli crescere.
[Dale P.]
Canzoni significative: Million Miles Of Fun, World Impact.
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