Tra "El Cielo" e "Chuckles & Mr. Squeezy" ci sono otto anni e mezzo e due band di differenza. Nel primo caso, c'erano quattro giovani californiani che sorprendevano la platea dell'art-rock con uno splendido affresco emo-rock impregnato di Tool e Radiohead. Nel secondo, una formazione intenta a scrivere insignificanti canzoni pop e che ce la mette tutta per immolare il proprio talento sull'altare di un ipotetico successo planetario. Non che ci sia qualcosa di moralmente sbagliato nel dedicarsi alle morbidezze da classifica, ma certi mutamenti andrebbero affrontati con dignita' e capacita'.
I Dredg dei giorni nostri hanno dimenticato ad usare le distorsioni nelle chitarre e Gavin Hayes s'e' scordato di avere una gran bella voce ed una certa bravura nel plasmare melodie vocali, soprattutto nei ritornelli. "Chuckles & Mr. Squeezy" si rivela sin da subito un viaggio nell'insipienza, un album tanto brutto nell'estetica quanto inutile nella sostanza, che ha, come termine di paragone piu' appropriato, i terrificanti Maroon 5 privi pero' del groove adatto alle frequenze FM (si veda "Upon Returning", che e', tutto sommato, qualcosa di decente).
Undici canzoni dall'elettroencefalogramma piatto e senza alcun picco emotivo, suoni davvero brutti e una penuria di idee che ha dell'imbarazzante sono gli ingredienti di questo tonfo sordo, per certi versi gia' annunciato col precedente "The Pariah, The Parrot, The Delusion".
Quando parte "Another Tribe" si e' investiti da una versione midi per karaoke sfigato di "Gangsta Paradise" di Coolio; "The Tent" e "The Ornament" hanno i Talk Talk di "Spirit Of Eden" nel mirino, "Kalathat" Simon & Garfunkel, ma non c'e' un colpo che vada a segno. "The Thought Of Losing You", ascoltata qualche settimana prima di avere l'intero disco tra le mani, ci aveva disgustati con la sua manifesta debolezza filo-coldplayana, ma in mezzo a tanto nulla fa la figura del capolavoro, ed e' tutto dire.
Se nel meritatamente bastonato "The Pariah, The Parrot, The Delusion" c'erano un paio di ritornelli decorosi e il disco restava legato al concetto di rock, seppur piu' morbido e disimpegnato che in passato, questo nuovo atto segna il tracollo di una band che, con presunzione, crede forse di poter sbancare le classifiche con sta robetta. I Dredg attuali non ci appartengono piu', fine della storia.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: Upon Returning, The Thought Of Losing You.
|