Ecco un disco da ascoltare e consumare in macchina, ammesso che siate muniti di un impianto degno. L' impatto sonoro , che già conosciamo, resta inconfondibile; le divagazioni allucinate sono però da ricordare con malinconia, e purtroppo anche le tipiche virate introspettive aleggiano meno variopinte rispetto ai precedenti sperimentalismi.Alla fine dei conti mi vien da pensare che i nostri "Penguins in the desert" amino scrivere colonne sonore per stati d'animo: Leitmotif è scattante ribellione nevrotizzata da divagazioni strumentali vittimiste; da parte sua, El Cielo è un eccellente compagno di viaggio che sa indicarti l'itinerario verso il baratro, ammesso che sappiate adeguarvi al suo stile.
Catch Without Arms è la drittura d'arrivo, anzi, il traguardo della trilogia. La luce dopo il tunnel. Quando arriva il momento che tanto aspettavi, ripercorri le tappe superate e ti senti sollevato... Perchè quegli sforzi si sono finalmente trasformati in luce, e finalmente l'energia spesa torna alla sua fonte.
E' un disco che definirei aperto. Innamorato, di cosa non so, ma resta che ha fatto innamorare pure me: ammetto di aver mostrato un po' di cinismo al primo ascolto, trovandomi di fronte a una versione easy-listening dei Dredg. Un disco quasi democratico che sposta l'intellettualismo in secondo piano per valorizzare un non più turbato songwriting, pervaso da soluzioni di decisamente più ampio respiro.
Infatti, se lo stile dei Dredg si concentrava sul superamento della forma-canzone, in CWA la formalità è stata recuperata e ritemprata. Unica pecca è Zebra Skin, che rasenta una melodicità molesta e svilita alla George Michael: la soluzione? Il tasto SKIP ed...ecco chitarre vitree, saltellanti e un po' alla At The Drive-In di "Tanbark" correre in soccorso ai superstiti tramortiti dal precedente motivo. Una bomba, da ascoltare tutta d'un fiato, con un finale che strizza l'occhio alle scansioni meshugghiane. Stessa freschezza in "Hungover On A Tuesday", un brano frizzante sospeso tra dilatazioni nu-metal e scossoni jungle. Comunque, in sostanza i Dredg continuano a lasciare che i loro prolifici sbalzi d'umore si riflettano in raddoppiamenti di tempo e distensioni quasi impalpabili, immersi in una personalissima dimensione onirica: è il caso di "Planting Seeds", una delle migliori canzoni del disco. Tenete presente che questi "sbalzi d'umore" vertono sempre verso il basso, come l'orientamento delle teste dei personaggi che popolano il booklet. L'enfasi si interrompe prima di giungere al suo culmine, come per ricordare che la realtà è più dura di quanto credessimo. Un tentativo di elevazione spirituale puntualmente interrotto da una caduta libera nella malinconia. La dolcezza delle parole di "Déjà vu"("i'm not inside you/you are all around me") è in tensione rispetto a una sezione ritmica ora saltellante, ora trasparente come le chitarre, pur sempre pronte a un'improvvisa deflagrazione: un rifiutare esplicitamente l'univocità giurando fedeltà al proprio credo. La punta di diamante nell'economia del disco? La voce! Pressochè onnipresente rispetto alle uscite precedenti, non cede mai alla ridondanza; Anzi, in questa terza fatica i Dredg dimostrano agilità nel coniugare slanci appassionati con un mood raffinato e crepuscolare, che resta il loro marchio di fabbrica. Catch Without Arms non potrebbe fare a meno della sua imperante vocalità, ecco perchè si tratta di un disco di bellissime "canzoni".
La loro discografia completa la traduzione in musica di (tre) tappe esistenziali: Conflitto, Depressione e Amore... La sfida che lanciano è tradurle in (bella) musica. Ed ecco a voi i vincitori!
Credo che capiti a tutti, di risvegliarsi dopo un periodo nero, in una luminosa mattinata, con un'insperata quanto inaspettata voglia di fare e di dare: di amare. Non vi è mai successo? O semplicemente non ve lo ricordate? Correte ad ascoltare il disco e lasciate che sia lui a suggerirvi come fare.
[Shizu]
Canzoni significative: tutte tranne "Zebra Skin"
|