Dopo il devastante esordio "Hatred For Mankind" gli inglesi Dragged Into Sunlight stupiscono tutti (ovvero 10 persone che sarà più o meno il loro pubblico) con un album formato da un solo brano dalla durata di 40 minuti. In questo modo la band si prende i suoi tempi partendo con un lungo intro chitarra e violino molto introspettivo e cupo. Widowmaker è un album con un autentico approccio progressivo in cui c'è un intro, un crescendo, uno sviluppo, un'esplosione e un finale catartico. Ovviamente però non aspettatevi i Gentle Giant quanto più band come Neurosis, Rwake, Grief e Eyehategod se avessero ospiti i Godspeed You Black Emperor. E' quindi un post-metal sludge piuttosto pesante (quando parte, ovvero circa quindici minuti dopo aver premuto play) urlato senza dignità e suonato a rotta di collo (soprattutto dal batterista).
Il disco è passato abbastanza in sordina, seppur pubblicato da Prosthetic, e diventato un piccolo culto negli anni ma senza essere mai capito in pieno. La fusione delle anime presenti in questo disco rimane ancora oggi unica e con uno sviluppo che non è un semplice esercizio di stile o una semplice ripetizione di un riff circolare. Dragged Into Sunlight sono stati una meteora che ha sfornato due piccoli grandi capolavori di musica estrema: sebbene dovrete fare un po' di fatica per trovarli vedrete che ne varrà la pena!
[Dale P.]
Canzoni significative: Widowmaker.
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