Ci sono gruppi in cui è impossibile parlare male. In generale sono formati da persone che si sono guadagnate la stima non accettando compromessi e suonando musica onesta e vera. I Downset sono uno dei gruppi più degni di rispetto a questo mondo. Non accettano compromessi e per questo vivono sulla loro pelle ogni situazione con estrema lealtà, bella o brutta che sia. Ora incidono per la Epitaph, semi-major punk che sta allargando i suoi orizzonti reclutando musicisti con attitudine punk ma con suoni completamente diversi: Tom Waits, Tricky e, ora, proprio i Downset. Chi conosce bene i Downset non avrà paura di dire che questo è il loro disco più bello. Chi non li conosce pensate a dei Rage Against The Machine più veri, a cui viene più naturale credere (quando un gruppo incide per la Sony e sparla sulle multinazionali c'è chi ride sotto i baffi). Meno bravi tecnicamente, meno rivoluzionari (sia musicalmente che nei messaggi) loro preferiscono, a dire il vero, cercare di risolvere i problemi della loro città. E in tutti questi anni ci hanno provato seriamente, andando proprio nelle strade, dove c'è la vita. Parlando della musica. In Check Your People c'è l'urgenza del crossover che alcuni giornalisti dicono di non sentire più nei nuovi dischi. C'è tutta la rabbia e la frustrazione delle grandi metropoli. Una cosa sicuramente non troverete: degli emuli di Kid Rock o della feccia che la grande industria statunitense cerca di farci comprare tutti i giorni. Una canzone come Together è il simbolo del disco. Una delle canzoni più sentite degli ultimi anni. Ha la carica di una "Killing In The Name". Dopo tanti anni forse i Downset avranno vita facile ora che i loro più grandi rivali (i RATM) si sono sciolti o sono in coma. Non fatevi trovare impreparati. La musica ha bisogno di dischi come questi. Dei veri dischi hardcore da buttare in faccia a chi fa ancora differenze fra punk e metal. A chi si ostina a comprare dischi senza anima. A chi dice che il rock è morto.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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