I Deftones sono stati l'unica band proveniente dal calderone nu-metal a mantenere sempre un alto profilo. Sarà che con quel trend, col senno del poi, non hanno poi molto da spartire. Sarà che al di là dei milioni di epigoni solo i Deftones suonano come i Deftones.
Nel 2006 ci ritroviamo quindi a riflettere sulla loro carriera e notiamo, non sensa un vago senso di vertigine, che i loro migliori dischi ormai sono lontani. Parliamo del trittico iniziale "Adrenaline", "Around The Fur" e "White Pony", veri monumenti del metal emozionale e psicotico, ovvero la trasposizione in musica di un'ipotetica ninna nanna cantata da Charles Manson.
E' di un paio di anni fa l'album omonimo, capace di sintetizzare le idee dei precedenti senza però averne le canzoni.
Questo "Saturday Night Wrist" arriva dopo la trascurabile (benchè bella) esperienza di Chino Moreno con i Team Sleep e l'interessantissima raccolta di B-Sides e rarità.
Cosa ci si può aspettare quindi da una band con più di dieci anni di carriera? Non certo l'ennesimo capolavoro. I tempi sono mutati, la scena metal ha fatto passi da gigante abiurando quasi completamente il passato "nu". Korn, Limp Bizkit, Incubus (loro contemporanei) hanno smesso di colpire e stupire da parecchi anni. Perchè dovrebbero farlo ancora i Deftones?
La risposta è tutta nella voce di Chino Moreno, capace di traghettare la band in porti nascosti e oscuri.
Di conseguenza la band, anche in questa occasione, lo asseconda con basi dolenti ed enfatiche, qui raramente potenti ma sempre di grande suggestione.
Nei primi quattro brani i Deftones riescono ancora a toccare quelle corde con grande efficacia. Poi pian pianino perdono il filo (senza mai sfiorare la banalità sia chiaro) ed è inevitabile un calo dell'attenzione da parte dell'ascoltatore.
Notiamo nella musica una tendenza a rimanere su registri non troppo estremi, relegando le tanto pubblicizzate influenze "Meshuggah" a qualche breve stacco. C'è invece la tendenza ad aprirsi ad un relax quasi post-rock/elettronico (quello dei Team Sleep) e ad adagiarsi su una strada gotica un po' alla A Perfect Circle.
Chino Moreno è, come al solito, protagonista assoluto (ma il drumming non passa certo in secondo piano). Ora però è più a suo agio con la voce pulita che con lo "scream", in questa occasione quasi forzato nelle intenzioni.
"Saturday Night Wrist" è quindi una buona raccolta di canzoni, ma allo stesso modo è un tentativo della band di non standardizzarsi (come avvenne nel precedente) su un suono alla "Deftones". Se nel prossimo disco riusciranno a mettere a fuoco le intenzioni di quest'album potremo aspettarci il quarto capolavoro.
[Dale P.]
Canzoni significative: Hole In The Earth, Beware, Cherry Waves, Rats!Rats!Rats!
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