Su "Diamond Eyes" allegia la cupa e invadente ombra dell'incidente automobilistico che ha coinvolto Chi Cheng nel novembre del 2008, piombato in coma e attualmente in riabilitazione. Su "Diamond Eyes" aleggia pero' anche il coraggio e un'aura di solidarieta' del resto della band, che ha preferito accantonare il materiale registrato con Chi (e che avrebbe avuto "Eros" come titolo) e scriverne di nuovo, arruolando Sergio Vega, ex bassista degli storici Quicksand. Quindi, esprimere una lucida opinione sulla piega che la carriera dei Deftones ha preso da "Saturday Night Wrist" ad oggi e' un po' difficile.
"Diamond Eyes" si rivela un album senza azzardi e che viaggia su standard normali, senza eccezionali cadute di stile e, di contro, senza quei rilevanti sussulti che ti costringono a tornare sul luogo del delitto. In alcuni momenti la formazione di Sacramento rispolvera qualche granello dell'irruenza passata e lo fa nei primi due brani in scaletta, "Royal" e la title-track d'apertura (la quale si concede una distensione melodica che non avrebbe stonato nel precedente full-length dei nostri), ma anche in "Rocket Skates" Stephen Carpenter fa ruggire la sua sette corde. Quando attacca "Prince" in non pochi, noi compresi, avranno ripensato a "Rx Queen" del masterpiece "White Pony", a cui collegheremmo senza troppe paranoie tutta la strofa di "CMND/CTRL" e parte delle atmosfere di "This Death Is Place". Leggermente fuori dagli standard di Chino Moreno e soci l'andatura oscillante di "You've Seen The Butcher", in cui rintracciamo una certa influenza stoner. Il resto, a parte il refrain di "976-Evil", che non e' da urlo ma non sfigura con quanto di buono sentito in questo album, il resto, dicevamo, non infiamma l'aria come sarebbe invece a noi gradito: "Beauty School" e "Sextape" fanno la figura dei riempitivi senza picchi, senza infamia e senza gloria.
Se da un lato "Diamond Eyes" offre una continuita' stilistica al cammino dei Deftones, dall'altro lato la scrittura, seppur di livello superiore all'ultimo "Saturday Night Wrist", non ha quello smalto brillante tipico del gruppo, quella patina di altissima qualita' che manca ormai da un pezzo nella loro produzione. Ma e' anche vero che questo e' il surrogato di cio' che avremmo dovuto ascoltare, il vero banco di prova si attende quindi per i Deftones nuovamente al completo.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: Diamond Eyes; Royal; Rocket Skates; CMND/CTRL.
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