I Darkthrone ormai hanno raggiunto uno status che gli permette di stare qualche mese in sala prove, andare in studio a registrare e Peaceville tempo poco è in grado di sfornare vinili, cd, cassette senza problemi e distribuirli in tutto il mondo. No live, no singoli, giusto qualche intervista e poco più. Basta il logo e si vende. Questo perchè i Darkthrone sono più uno stato mentale che una vera e propria band e proprio per questo sono amati oltre modo. Oppure, per gli stessi motivi, vengono derisi. Ma penso che a Fenriz e a Nocturno Culto non interessi nient'altro che la propria opinione.
"Astral Fortress" si presenta con una copertina che è la più comunicativa di tutta la loro discografia, diciamo dai tempi di Transilvanian Hunger. Dimostra che gli anni sono passati e che il black metal è cambiato, con sè il proprio pubblico. Mettendo il disco nel lettore però capiamo che i poser sono tutti gli altri, non certo loro: "Astral Fortress" continua sulla linea tracciata da "Old Star" e "Eternal Hails" con un metal underground catacombale che deve sia ai Venom che ai Saint Vitus. Personalmente apprezzo questa direzione, la trovo molto naturale e sincera. C'è da dire che apparentemente i tre dischi sono fatti con lo stampino. Apparentemente perchè se ascoltati con attenzione e senza pregiudizi non c'è un riff che non sia spettacolare e assolutamente funzionale allo sviluppo dei brani.
Quando uscì "Eternal Hails" pensai non avrebbe scalzato "Old Star" dall'autoradio e invece è ancora lì. La stessa cosa sono sicuro che accadrà con "Astral Fortress". Astenersi black metallari rompi balle, per loro ci sono i Behemoth.
[Dale P.]
Canzoni significative: Caravan Of Broken Ghosts, Stalagmite Necklace.
|