Il doom, si sa, e' un genere che non si presta a molti cambiamenti. Quante volte abbiamo sentito suoni triti e ritriti che hanno portato un'infinita' di gruppi a ripetere incessantemente lo stesso riff all'infinito senza risultare credibili. I Cough non sono rimasti intrappolati in questa palude.
Partiti con l'interessante "Sigillum Luciferi", si rifanno vivi a distanza di due anni grazie alla lungimiranza della Relapse con questo nuovo prodotto che possiede tutte le carte in regola per poter essere considerato una delle migliori uscite del cosiddetto genere "sludge" doom.
Oltre alla consueta pesantezza tipica di gruppi quali Burning Witch e Corrupted, il combo della Virginia ci butta dentro anche una malsana dose di psichedelia acida e corrosiva che inchioda l'ascoltatore alla sedia.
Dei cinque brani presenti, i primi tre fanno letteralmente raggelare il sangue. "Mind Collapse" mette da subito in chiaro cosa aspettarci; l'apporto di una devastante voce "black", alternata ad una più "pulita", si va a collocare in un inesorabile e lento incedere. "A Year In Suffering" non sposta le coordinate e si muove nel bel mezzo di una fanghiglia claustrofobica che non lascia scampo. Il gruppo dimostra anche di avere punti di contatto con un'altra band di cui loro stessi si dicono grandi estimatori: gli Unearthly Trance. Successivamente "Crippled Wizard" presenta un finale più "melodico" con le tastiere che si miscelano alle chitarre e ne "controllano" la furia. Ma il brano che stempera un po' i toni e' "Crooked Spine", una specie di trip psichedelico che non sarebbe sicuramente dispiaciuto ai Dead Meadow appena prima della deriva finale della title track con i suoi tredici minuti di follia. Catarsi pura.
I Cough rappresentano oggi quello che probabilmente non sono piu' in grado di essere gli Electric Wizard. Se non vi sentite piu' affascinati dai "maghi elettrici" sapete qual e' l'antidoto. La "Tosse" e' decisamente piu' contagiosa.
[Cristiano Roversi]
Canzoni significative: tutte.
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