Dopo 30 anni di attività i Clutch hanno raggiunto una sana routine lavorativa: un disco ogni tre anni, qualche raccolta, l'obbligatorio live e tanti concerti in giro per il mondo. Durante il lockdown sono stati tra i più attivi mantenendo un contatto con i fan tramite videoclip, concerti in streaming e cover. Il loro catalogo è costantemente aggiornato con ristampe, versioni deluxe, remaster e cofanetti. C'è poco da dire: sono la classica band operaia che non si ferma mai, come i Melvins.
Recensire "Sunrise On Slaughter Beach", tredicesimo album in studio, è una formalità: nove brani di potente hard rock boogie vagamente psichedelico che mettiamo nel settore stoner per comodità ma che ormai merita una sezione a sè. L'album suona esattamente come quelli pubblicati negli ultimi 10 anni, diciamo da Earth Rocker in poi. Giustamente, arrivati ad un livello in cui non possono aspirare ad un pubblico più ampio o a guadagnare un airplay che non hanno avuto neanche da giovani, i quattro del Maryland suonano quello che sanno fare meglio.
Avete capito, senza stare ad analizzare questo o quel brano, che se siete fan potete aggiungere l'album alla vostra collezione senza problemi, se invece non li avete mai approfonditi consiglio una spulciata alla loro discografia (magari leggendo questo articolo).
[Dale P.]
Canzoni significative: Red Alert, Slaughter Beach, Mercy Brown.
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