Difficilmente avra' la copertina su XL, Rolling Stone o Rumore. Al contrario di quanto succede con Zola Jesus pochi ironizzeranno sul fatto che e' la Lady Gaga del goth. Per fortuna.
Chelsea Wolfe, con un appeal meno particolare ed esotico delle "donne in rock" ma che tributa le dame oscure (Nico, Siouxsie) appartiene a quella seconda fila che forse rimarra' tra gli iniziati, che potranno sentirsi avanti citando anziche' "Conatus" questo "Apokalypsis".
Si parla di doom goth vagamente elettronico, con rimandi industriali, pop e folk. La bella voce di Chelsea e'perennemente sovrastata da echi e riverberi, generando un effetto di lontananza catacombale.
Dopo i versi "metal" dell'intro "Primal/Carnal" Chelsea genera canzoni dal formato pop di 3 minuti e mezzo, con i piu' svariati ingredienti. Dall'elettronica povera, a cori in loop, chitarroni e tanta malinconia romantica come se fosse una versione aggiornata al 2012 dei Coven.
Chelsea Wolfe aldila' dell'attenzione mediatica (questo disco e' uscito in realta' l'anno scorso, in download sulla sua pagina Bandcamp e solo ora viene stampato in formato fisico) e' un'abile scrittrice, sbilenca e personale, oscura ma capace di farci vedere lampi di luce.
Non un capolavoro, ma un bel esempio di cantautorato moderno per gli amanti di ragazze solitarie come Rose Kemp, Lisa Germano e, appunto, Zola Jesus.
[Dale P.]
Canzoni significative: Demons, Moses.
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