I Celeste, a suon di album neri piu' della pece e live oscuri con delle sole spie rosse sul capo di ogni membro della band, si stanno meritatamente guadagnando un buon seguito che li sta elevando al rango di formazione di culto. "Pessimiste(s)", "Nihiliste(s)" e "Misanthrope(s)" sono i tre full-length che precedono questo "Mortee(s) Nee(s)". Anche senza avere nessuna infarinatura di lingua francese e' facile notare una sottile linea nera che percorre le opere del combo di Lione.
La musica dei Celeste e' fatta di ombre, di sguardi agghiaccianti che illuminano per un flebile attimo l'eterna notte che la band riesce a ricreare in suoni. Atmosferici nonostante un impatto fisico ostile e vigoroso, i quattro transalpini sono andati via via discostandosi dal primigenio post-hardcore / doom per avvicinarsi progressivamente al black metal, avvicinamento segnato in questo "Mortee(s) Nee(s)" da un'ipertrofica crescita del rifferama glaciale tipico del genere. La voce di Johan e' un latrato disperato che si staglia su un groviglio di marciume e sangue, violenza e ossessiva ricerca di una definitiva liberazione. Perche' sotto la scorza di decadimento che appare di primo acchito nel loro mondo sonoro, sembra che i Celeste siano alla ricerca dell'atto di purificazione finale e dell'ascensione, ma di certo non in un ipotetico paradiso.
La partenza efferata di "Ces Belles De Reve Aux Verres Embues", i cui primi ventotto secondi sono sorretti dalla sola doppia cassa di Royer, mettono subito in chiaro cosa ci attende in "Mortee(s) Nee(s)": le fiamme dell'inferno divampano dentro le casse dello stereo e il timore che vengano fuori in malefiche lingue biforcute non e' poi cosi' remoto. Non concedono tregua i Celeste, non acconsentono a mollare la frusta, le chitarre sono martellanti e asfissianti nella loro schiacciante onnipresenza, e anche quando si rallenta un po' il passo, come in "En Troupeau Des Louves En Trompe..." (con gli Ahab dietro l'angolo in alcuni punti) e "(S)" (qui i Neurosis di mezzo rivivono in tutta la loro sulfurea cattiveria), i nostri non staccano i denti, gia' ben affondati, dalla giugulare.
"Mortee(s) Nee(s)", scaricabile tra l'altro gratuitamente sul sito della Denovali, scorre senza cali o battute d'arresto. E' un monologo che va assunto da cima a fondo senza tentare di estrapolare questo o quel frammento dal ben più grande disegno che i medesimi compongono. Non evitateli, sono un'eccellente esperienza.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: Ces Belles De Reve Aux Verres Embues; Un Miroir Pur Qui Te Rend Miserable; (S); De Sorte Que Plus Jamais Un Instant Ne Soit Magique.
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