Sono uno dei nomi più alla moda del periodo, giusto poco sotto gli White Stripes. Copertine, interviste, video, super promozione. Eppure non sono un nome nuovo, anzi. Un paio di anni fa avevano destato l'attenzione dei più svegli con Jupiter, discreto lavoro passato un po' troppo inosservato. I tizi della BMG devono aver fiutato l'affare (non so di che tipo visto la scarsa commerciabilità del prodotto) e hanno dato alle stampe Antenna, disco numero sei?sette?? bho!. Parliamoci chiaro, se questo disco fosse uscito tra il 1990 e il 1996 non se lo sarebbe cagato proprio nessuno, esce adesso dove i gruppi più fichi fanno le cover dei Clash e non inventano niente di nuovo, salvo azzeccare quel singolo che farà felice il loro conto in banca. I Cave In sembrano onesti, ma molto fuori contesto. Se fossero su Dischord sarebbero il lotto meno pregiato del catalogo. L'attitudine e le belle canzoni non sono una questione di moda. I Cave In sono adatti per suonare in localini con pessima acustica davanti a 50 persone. E di belle canzoni ne tirano fuori giusto un paio, tra cui "Stained Silver" piccolo capolavoro, giustamente messo in apertura. Non facciamoci ingannare dall'hype. Un disco non più di carino non può essere venduto come "must" solo perchè ora come ora non c'è proprio niente di buono in giro. Ah, che musica fanno i CaveIn? Pensate ad un mix tra la furia dei Fugazi con la sensibiltà pop/sperimentale dei Radiohead. In teoria un bel risultato, in pratica un discreto flop. Cantato monocorde, canzoni un po' tutte uguali, effetti stra-sentiti e una discreta noia di fondo.
[Dale P.]
Canzoni significative: Stained Silver
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