Imprevedibilità. Con questa parola mi sento di riassumere l’essenza del quinto album del quartetto americano (e probabilmente anche di tutta la loro carriera musicale), attivo dal 2006; ennesima dimostrazione di una band capace di stupire divertendosi e fregandosene bellamente di qualsiasi volontà di essere inscatolati ed etichettati - dover scrivere “heavy rock” sulla propria bio basta e avanza, in questi casi, per non inciampare nel ginepraio dei post- e dei mille rigagnoli del prog e della musica sperimentale in generale. Una vera lezione di attitudine e libertà espressiva.
È possibile essere originali e freschi nel 2022? La risposta è “Caustic Casanova”.
Nelle cinque canzoni che compongono Glass Enclosed Nerve Center, uscito a ottobre per Magnetic Eye Records, troverete tutto ciò che si possa desiderare in ambito “rock alternativo”, da intendersi nella sua accezione più ampia.
Brani brevi, brani lunghi (o anche lunghissimi), assoli, sfuriate punk, dinamiche di ogni tipo, e poi riferimenti più o meno palesi a Yes, Voivod, Melvins, Soundgarden, At The Drive-In, King Crimson, oltre che a qualsiasi band possiate riconoscere in questo o quel riff, stoner rock, heavy metal, prog, funky, post-tutto, blast beats, melodie che non vi usciranno più dalla testa, feedback e distorsioni pesantissime ma anche passaggi dolci ed eterei, cowbell a volontà, tastiere qua e là, la bellissima voce di Stefanie Zaenker (anche abilissima dietro ai tamburi) a fare da contraltare a quella del bassista Francis Beringer, e la sensazione di assistere a qualcosa di sonicamente grandioso e unico.
Qualche esempio? L’incedere violento e minaccioso da vero “brano storto” degno dei migliori anni ‘90 di “Lodestar” viene subito ammorbidito, ma solo nel piglio allegro e fintamente scanzonato, dalla successiva “A bailar con cuarantena”, che nasconde una notevole complessità strumentale (il videoclip è da non perdere). Mille dinamiche, cambi di tempo e di umore, ma senza la pesantezza e la claustrofobia che, spesso, accompagnano album pretenziosamente più complicati.
Qui i cambi sono funzionali a creare un’offerta musicale sempre varia e intrigante, frutto certamente degli ascolti e dell’esperienza dei musicisti, e della voglia di mettersi continuamente in gioco. “Ascolto un po’ di tutto” - certamente i Caustic Casanova possono affermarlo senza suonare ridicoli.
Il culmine, ovviamente, è rappresentato dalla lunga “Bull Moose against the Sky”, messa come si confà in chiusura dell’album. 22 minuti e rotti in cui, come nella più genuina tradizione progressive (ahia, l’ho detto), troviamo davvero di tutto: intro con marcetta, intermezzi psichedelici dove la ripetitività alla Tool la fa da padrone, aperture trionfanti, blast beats, riferimenti alle altre canzoni dell’album, e una novità a ogni angolo.
Una band da seguire, gente che non si prende troppo sul serio ma che fa davvero sul serio, musicisti in evoluzione continua e capaci di regalare grandi emozioni a chi si voglia avvicinare al loro folle mondo con curiosità.
[Enrico Meloni]
Canzoni significative: A bailar con cuarantena, Bull Moose against the Sky.
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