Tonnellate di scorie musicali del passato continuano imperterrite ad andare in giro a raccattare denari con i concerti o, nei peggiori dei casi, a fare dischi di cui, al di fuori della malinconica cerchia degli adepti, nessuno sente l'urgente bisogno. Altri gruppi, pochissimi in verità , hanno l'onestà di capire quando è il momento giusto per far calare il sipario e ancora di meno sono quelli che lo fanno subito dopo picchi compositivi non indifferenti.
Chi avrebbe il coraggio di dire basta dopo un album dopo "Heart Of Darkness"? Chi non continuerebbe a rimestare la minestra per altri quattro cinque lavori prima di farsi mandare in pensione dall'oblio del pubblico? La risposta va oltre il retorico. Pochi.
I Burnt By The Sun, a dieci anni esatti dalla fondazione e in uno stato di forma invidiabile dicono basta dopo essere resuscitati una volta (dato che la dipartita di Dave Witte e Mike Oleander nel 2004 aveva messo il freno a mano al gruppo), regalandoci la terza perla della loro artisticamente validissima discografia. Arriva Nick Hale dei Premonition Of War alla seconda chitarra e si dà il via al nuovo olocausto auricolare con un metal-core d'assalto che fa solo morti e feriti gravi sul campo. Non sono andate perdute le peculiarità principali dei nostri: brani di esigua durata in cui i cambi si susseguono comprimendo le vertebre di un'ossatura tutt'altro che essenziale; le efferate incursioni grind stanno ancora lì a dilaniare la carne, così come gli spigoli del math-core e l'impianto thrash-death.
Insomma, pensavate che per dipartirsi una volta per tutte dalla scena i Burnt By The Sun si sarebbero ripresentati come dei tracotanti pallemosce? Sentirsi bastonare le costole da pezzi come "Inner Station", "Goliath", "F-Unit", "The Great American Dream Machine", "Rust Future Primitive" è il piacere masochista di chi cerca nella musica forza bruta in perfetto equilibrio con classe compositiva sopraffina. Dave Witte, è ormai un luogo comune affermarlo, è una macchina da guerra, il motore dell'armata di New Brunswick, New Jersey. Se avete familiarità col BBTS-pensiero sapete già cosa vi attende prima di varcare la soglia di questi dieci stereogrammi di pura e lucida violenza. Un applauso di grande ammirazione ai Burnt By The Sun che ci lasciano come meglio avrebbero potuto fare, ci lasciano senza la minima macchia, ci lasciano consapevoli che di loro sentiremo un'enorme mancanza.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: Inner Station; Goliath; The Great American Dream Machine; Rust Future Primitive; F-Unit.
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