Una delle forze motrici del desert-rock è Brant Bjork. Ha suonato con Kyuss, Fu Manchu, Fatso Jetson, Vista Chino, Chè e da solista ha pubblicato una decina di dischi di rilassato heavy rock psichedelico funkettoso. Brant suona di tutto: chitarra, basso, batteria e voce nel consueto mood rilassato e fumato, registra nell'ambiente famigliare del Joshua Tree con Yosef Sanborn e manda a masterizzare all'amico John McBain (Monster Magnet, Wellwater Conspiracy). Pur portando il suo nome questo disco non è più personale degli altri: in tutti i 13 dischi con il suo marchio c'è l'essenza di Brant, però qui dentro c'è tutto il suo bagaglio di influenze. Basta ascoltare l'iniziale "Jungle In The Sound" per ascoltare il puro Bjork-sound, oppure "Cleaning Out The Ashtray" che sembra uscita dal canzoniere dei Fu Manchu. Ma la maggior parte del disco è fatto di brani più trasversali come "Jesus Was A Bluesman" che sembra una versione heavy rock di David Bowie, "Duke Of Dynamite" è uno strano blues oscuro che sarebbe bello far interpretare a Mark Lanegan, la marcia country "Shitkickin' Now", la stoner-funk "Stardust & Diamond Eyes" e l'acustica "Been So Long".
Non è il suo disco migliore ma piacevole per passare mezzoretta in rilassatezza in compagnia di Brant Bjork. Chi vuole qualcosa di più movimentato consiglio il precedente "Jacoozzi" o i classici "Punk Rock Guilt", "Jalamanta" i dischi con gli Operators e Low Desert Punk Band.
[Dale P.]
Canzoni significative: "Jungle In The Sound", "Stardust & Diamond Eyes".
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