Al terzo disco i canadesi Blood Ceremony non cambiano le coordinate sonore ma acquistano consapevolezza dei propri mezzi. Il risultato e' un disco totalmente devoto al progressive anni 70 condito di flauti e tastiere ma costruito con bene in mente la forma canzone. Non troviamo riff arditi e dispari, anzi, il contrario. La chitarra macina riff hard e assoli potenti e la sezione ritmica segue con grande incisivita' senza perdersi in appesantimenti inutili. Ovviamente a farla da padrone e' la bella ed evocativa voce di Alia O'Brien, che si occupa anche di flauto e organetti.
Vengono in mente i nostrani Osanna, di cui la band e' palesemente fan. E proprio da loro mutuano la formula fatta di riff potenti, vaghe incursioni psichedeliche e un ritmo sempre serrato.
Il disco scorre ottimamente per tutta la durata, ma soprattutto la prima facciata regala canzoni che sara' un piacere ascoltare dal vivo. Alla fine la band tenta un approccio piu' complesso in The Magician ma si puo' dire che convince solo a meta'.
Un terzo disco non particolarmente difficile per la band in lenta ascesa e che si muove in un territorio che difficilmente attirera' orde di fan. Ce li teniamo stretti e godiamo.
[Dale P.]
Canzoni significative: Witchwood, Goodbye Gemini, Ballad of the Weird Sister.
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