Una delle cose belle dell'essere un esploratore alla ricerca costante di musica è quella di venire incantato da dischi a cui non daresti una lira. Dischi che cercando recensioni online trovi i soliti due siti fidati che confermano le impressioni positive e poco altro. Non ricordo come ho scoperto i Blodet. Sicuramente non per merito del nome, nè per l'anonima copertina. Probabilmente erano in qualche lista di persone fidate che difficilmente sbagliano i consigli e che quindi ho seguito. Poco importa. Fatto sta che questo Death Mother non è quello che promette. Sul loro bandcamp dicono che sono una via di mezzo fra Swans e Sonic Youth. Se lo dicono loro. Ma fidatevi di no. Leggendo qua e là spuntano i nomi di Chelsea Wolfe, Cult Of Luna, Messa, Esben And The Witch. Già meglio.
La particolarità dei Blodet è di fare una musica sì oscura ma anche piacevole. Senza provare ad innovare chissà che e neppure (cosa più importante) senza mostrare muscoli che non hanno. Ma ovviamente c'è un plus: la voce di Hilda Heller. Che è un po' sulla scia di quella di Sara dei Messa ma con una maggiore malinconia di stampo dark rock. Ecco la musica proposta potrebbe essere a metà strada tra Messa ed Esben And Witch. La band sostiene molto bene le armonie vocali in modo educato, senza prevalicare e neppure senza essere eccessivamente trasparenti con le giuste dinamiche che trasportano l'ascolto in piacevoli lidi mentali. La tracklist composta da solo cinque brani è in realtà bella corposa, riempiendo al 100% la superficie di un disco in vinile grazie anche alla lunga "Without/Within" vera e propria gemma all'interno di un disco che si eleverebbe comunque sopra la media anche senza.
Rimane il dubbio sul futuro della band contando che il chitarrista Rickie Östlund che ha scritto parte del materiale del disco ha perso la battaglia con il cancro. Speriamo di vederli al Roadburn.
[Dale P.]
Canzoni significative: Without/Within, The Hour.
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