Se esiste negli Stati Uniti una band più influente dei Black Flag evidentemente sono solo i Velvet Underground. Suonando in ogni angolo del pianeta hanno cementato la reputazione di band rocciosa, rabbiosa, scatenata e imprevedibile. Ma su disco, ne converrete, suonavano totalmente diversi.
Rabbiosi sì, imprevedibili pure ma con idee di studio opposte alle infuocate esibizioni. Talmente imprevedibili da rasentare la follia nel proporsi in così tante vesti: dall'hardcore al fulmicotone degli esordi, ai rallentamenti che tanto hanno influenzato negli anni la genesi del grunge, del post-hardcore, dello stoner, fino ai deliranti esperimenti di dischi formati da spoken words di Rollins o di fantasiosi brani strumentali a firma Ginn.
Forse un modo per far incazzare l'ambiente hardcore, forse semplicemente parti di personalità con la mente aperta e curiosa, restii all'omologazione e a tracciare solamente una strada ben definita.
Family Man fu l'idea malsana che oggi non venderebbe neanche una copia: una facciata affidata al solo Rollins e ai suoi discorsi, un'altra dedicata ai deliri della band. Era il 1984 e l'hardcore fu superato e distrutto con una proposta che fece incazzare parecchi punk, diventati essi stessi conservatori e restii ad ogni forma di evoluzione del genere.
Ma passiamo ad un anno e due dischi dopo: The Process Of Weeding Out è un EP di 27 minuti. Strumentale. E monumentale.
Il disco si apre con un ipnotico riff di basso di Kira e qualche sfumatura di batteria di Bill Stevenson ben presto solida sezione ritmica per i deliri free della chitarra di Greg Ginn, che, mai come in questo disco, è stata così libera e matura, precisa nel delirare e creare lunghi fraseggi dissonanti di chiara ispirazione jazz. Il duo segue la chitarra con grande precisione e varietà ma è la chitarra, ovviamente, in primo piano inarrestabile nel suo trip visionario, influenzato da massiccie dosi di marijuana più che di voler dimostrare la perizia tecnica.
Ascoltato adesso suona unico, pur avendo ispirato band come Don Caballero e certo post-rock. Sarà il suono ma soprattutto le idee sbilenche di un chitarrista che andrebbe fatto entrare nella hall of fame seduta stante.
Carattere e follia sono i tratti fondamentali di un disco che andrebbe studiato a memoria.
[Dale P.]
Canzoni significative: Your Last Affront, The Process Of Weeding Out.
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