Brutta fine per coloro che credevano che il grunge fosse qualcosa di intoccabile e che gli eroi di quegli anni fossero perfetti. Dichiarazioni di indipendenza che sincere anche se marchiate Sony, la sensazione che i migliori musicisti del mondo venissero da Seattle, e un odore di droga e depressione che tutti noi abbiamo vissuto, in qualche modo, sulla pelle.
Sono passati non più di quindici anni. Forse tanti, forse pochi, ma di quegli eroi sono rimasti solo degli schiavi delle multinazionali pronti a promuovere qualche loro "opera" usando il sacro nome costruitosi negli anni.
Perchè è difficile credere che i Pearl Jam facciano video, interviste e tour per la Ticketmaster. Così come pensare che gli Alice In Chains siano vivi pur senza Staley. O che il leader dei Soundgarden, e forse uno dei più grandi cantanti della storia, canti certa spazzatura. In questo modo.
Ho la convinzione che maturando si abbia la tendenza ad accettare sempre più compromessi; ma è incredibile come ci si dimentichi anche del buongusto. Certi dischi o certe scelte sembrano dettate da un completo rimbecillimento. Che sia già l'ora dell'alzheimer?
E' difficile pensare che musicisti con una certa carriera alle spalle possa ritrovarsi in studio al massimo 3 giorni all'anno e buttino giù tre riff scontatissimi, sapendo che la sezione ritmica non avrà mai (e dico mai) un guizzo e il cantante qualcosa da strillare lo troverà sempre. La canzone è presto fatta, basta ripetere una frase a caso per 6 volte ed è pure vendibile.
Gli Audioslave sono a tutti gli effetti una band per coloro che credono che il rock debba essere ruffiano e orecchiabile. Gente che si ritroverà tra le mani un dischetto che puzzerà di muffa dopo 3 secondi.
Tenetevi gli Audioslave e il vostro cattivo gusto.
[Dale P.]
Canzoni significative: Shape Of Things To Come.
|