Recensione difficile, molto difficile. Da una parte il binomio Chris Cornell / RATM mi porterebbe a promuovere a pieni voti questo disco solo per il valore affettivo. Dall'altra, ascoltando il risultato, mi verrebbe voglia di non averlo mai sentito. Se, alla fine, le canzoni funzionano era lecito aspettarsi qualcosa di più. Anzi molto di più. Se non avete ancora sentito il ruffianissimo singolo "Cochise" (con annesso video spettacolare ma poco dispendioso) pensate alla semplice somma delle parti. In fondo se ascoltando Tom Morello vi viene in mente Jimmy Page, ascoltando Cornell è ancora più ovvio parlare di Rober Plant. Ma siamo lontani dalla genialità dei Led Zeppelin. Qua siamo in un territorio di semplice hard rock. E per le orecchie vergini della maggior parte del pubblico odierno vuol dire "novità assoluta". Qua è lontanissima la psichedelia di un "Down On The Upside", la perfezione di un "Superunknown", l'impatto di un "Badmotorfinger", la potenza di un "Louder Than Love" e la pazzia di un "Ultramega Ok". Pensate, invece, la monotonia e la mancanza di originalità degli ultimi RATM. Quelli stanchi e prevedibili di "Battle Of Los Angeles". Questo è il parere, per così dire, oggettivo. Per chi, come me, è cresciuto con la voce di Chris Cornell e considera Tom Morello uno dei migliori chitarristi in circolazione, questo disco è una manna dal cielo. Qua dentro è un continuo "rifferama" urlato a squarciagola da uno dei migliori cantanti che la storia della musica abbia mai partorito. Canzoni che non vedo l'ora di gridare e sentire dal vivo, immaginandomi la commozione di rivedere dei veri e propri giganti della musica. Ma, allora, cosa c'è che non va? Cercherò di spiegarvelo. Questo esordio sembra in realtà l'ennesimo disco di un gruppo che 10 anni fa era sulla cresta dell'onda. L'ennesimo disco dei Motorhead, degli Ac/Dc, degli Iron Maiden, degli Aerosmith, dei Rolling Stones. Il parto di un gruppo senza più la voglia di osare. In parole povere, se siete dei fan, sapete già cosa aspettarvi ancora prima di scartare il cellophane. Fate finta che questo sia il ventesimo disco degli Audioslave e non ne rimarrete delusi. Ma ce ne fossero di gruppi così...
[Dale P.]
Canzoni significative: Like A Stone, Set It Off
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