Tralasciare il cantautorato femminile di questi ultimi anni è un vero e proprio delitto perpetrato alle proprie orecchie: che sia di matrice indie, folk, dark, pop o mainstream cambia poco. Sharon Van Etten, Marissa Nadler, Julien Baker, Lucy Dacus, Weyes Blood, Courtney Barnett, Phoebe Bridgers, Angel Olsen, Aldous Harding, Lana Del Ray, Carla Dal Forno, Bedouine, Emma Ruth Rundle sono alcuni dei nomi che stanno facendo parlare di sè per dischi mai banali, ricercati, interessanti e con parecchi argomenti dalla loro.
Apparentemente Angel Olsen è la classica ragazza dal bel visino armata di chitarra, ma i suoi dischi dicono tutt'altro. "All Mirrors", il suo quarto disco in proprio, utilizza una ricca tavolozza di arrangiamenti che, a discapito dell'omogeneità, consegna un'artista che vuole osare anche questa volta. Lo si capisce dagli interludi strumentali, ma non solo.
Il disco è stato pensato in solitaria e solo successivamente sono stati aggiunti gli arrangiamenti di archi e una produzione più corposa. Scelta che ha il difetto di far suonare il disco a tratti un po' pomposo e datato (anni 80?) ma che in realtà ricorda certo art-pop di scuola Kate Bush e il pop orchestrale di qualche decennio fa. Ma non è una scelta stravagante fine a se stessa: il disco è ricco di ottime canzoni, melodie irresistibili e idee curiose. "All Mirrors", per quanto un pelo disomogeneo (soprattutto nella prima parte, in cui viene ricercata la hit ad effetto) è un disco che cresce con gli ascolti e conferma Angel tra le zone alte della classifica delle cantautrici attualmente in attività.
[Dale P.]
Canzoni significative: New Love Cassette, Chance.
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