L'inizio del disco non salva nessuno. "Ok Killer" (o nella versione non censurata "Calvein Klein's Killer") abbina un riff killer (scusate il gioco di parole) con una voce incazzata e una batteria scatenata. Si continua sullo stesso ritmo con "Refuse Amen" ricordando nella voce il grande Jello Briafra. C'è un sacco di rabbia in questo disco, ma tanta. Se non lo ascoltate non la immaginate neanche. Forse tutta questa rabbia rischia di sbrodolarsi addosso, arrivando alla fine che l'ascoltatore non chiede di certo il bis (a meno che non sia abituato a tempi hardcore e a zero melodia). Il genere che suonano gli Amen? Punk del duemila, o metal con attitudine punk. Che in fondo è la stessa cosa. Sicuramente originali, come attitudine casinista e distruttiva ricordano gli Slipknot (e i live promettono di essere interessanti come i loro), nella voce ricordano i Dead Kennedys, e nella volontà di distruggere tutto e tutti c'è qualche cosa dei SexPistols. E' un disco che tutti dovrebbero ascoltare. Per rendersi conto che posto di merda è dove viviamo, che tutto va da schifo e che comunque i nostri incidono per la Virgin (dopo l'esordio con la RoadRunner) e che quindi il prossimo disco sarà certamente più tranquillo.
Grossi premi a chi invita la citazione del titolo (se non lo sapete andate a ripassarvi un po' di storia della musica e smettete di ascoltare quello che stavate ascoltando...non ne siete degni).
[Dale P.]
Canzoni significative: Ok Killer, Under The Robe.
|