Ultime recensioni
|
Sono pochi i dischi in cui si respira un aria così malata, soffocante, disturbante. Dirt nasce dai problemi di droga di Layne Staley. Il cantante. Drogato non per posa (come testimoniano i maggiori rappresentanti del nascente post-grunge, ovvero l'inizio dello sfruttamento). Lui che ora non si sa dove sia finito e in che condizioni sia. Dopo Facelift (il debutto e disco d'oro in tempi non sospetti) e SAP (il primo EP con l'indimenticabile canzone degli AliceMudGarden) Dirt lancia i nostri nello stardom internazionale. Merito della qualità e non per via della moda (che loro stessi hanno contribuito a lanciare) del Grunge. Già perchè qua di grunge si tratta e Dirt può essere considerato il disco che ha codificato il genere più di qualunque altro. I nostri sposavano riff metal con melodie tristi e nessuna posa da rockstar. Le fenomenali Would? (usata per lanciare la colonna sonora del film Singles), Rooster, Godsmack, Junkhead e Angry Chair riescono a trasmettere depressione anche a distanza di anni. Musica per funerali da tossici verrebbe da dire. E nell'ultimo disco i nostri scriveranno proprio "not to plan my funeral before the body dies". Qua si limiteranno a "I believe them bones are me, some say we're born in the grave" e a tutti gli altri testi di droga e morte. Attenzione dà immediata dipendenza!
[Dale P.]
|
Questa recensione é stata letta 9489 volte! Voto utenti:
|
|
Altre Recensioni
Live Reports
NEWS
tAXI dRIVER consiglia
|